Dopo l'intervento della Polonia, prima di Natale, il Consiglio Europeo è stato sottoposto a forti pressioni dalle parti favorevoli all'approvazione della direttiva sulla brevettabilità del software, che, se approvata nella formulazione attuale del testo, andrebbe a tutto svantaggio delle PMI italiane.
Due milioni di PMI europee si sono espresse contro la brevettabilità del software, posizione suffragata da studi e ricerche di importanti istituti economici e finanziari, che hanno assunto posizioni critiche, come quelle espresse dalla Deutsche Bank e dalla Price Waterhouse Coopers. Anche la Federal Trade Commission si è espressa molto criticamente sull'attuale pratica di brevettazione del software statunitense, con un documento che ne evidenzia rischi e criticità.
La stessa Commissione Europea ha aperto un bando per lo studio degli effetti della proposta direttiva sull'economia europea.
Free Software Foundation Europe ha già raccolto l'appoggio di importanti aziende dell'ICT (Zucchetti, KSolutions, Engineering, iNet), professori e associazioni italiane, in un appello al Ministro dell'Innovazione italiano, Lucio Stanca.
Se, come sostengono alcuni avvocati, i brevetti sul software stimolano l'innovazione (e studi di economisti di fama dimostrano il contrario), come mai dunque la Commissione chiederebbe ulteriori indagini?
Se siete il responsabile di un'azienda che sviluppa software, vi invitiamo a firmare l'appello affinché l'Italia chieda una verifica della maggioranza in Consiglio Europeo sul testo attuale della "Direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni realizzate tramite calcolatore".
Per essere inclusi nell'elenco dei firmatari è sufficiente mandare una mail a nobrevettisw@fsfeurope.org, indicando i propri dati.
Di seguito, ecco il testo dell'appello:
Milano, 14 Gennaio 2005 Alla cortese attenzione di: Lucio Stanca Ministro dell'Innovazione e delle Tecnologie Via Isonzo, 21/b 00198 Roma Fax 06-8456-3109 redazione.mit at governo.it Oggetto: Salviamo l'Europa dal "brevetto selvaggio", accorato appello della società civile e delle imprese ICT italiane a sostegno dell'Innovazione Egregio Sig. Ministro, recentemente abbiamo scritto a Lei e ai suoi esimi colleghi per chiedere di evitare che fosse approvata una direttiva europea che legalizza i brevetti software; direttiva su cui nel Consiglio dei Ministri Europei del 18 Maggio 2004 avete espresso con l'astensione le nostre comuni preoccupazioni. L'informatica costituisce non solo l'infrastruttura portante di ogni realtà moderna che produca o consumi beni e servizi, ma è una delle aree in cui l'Europa deve decidere se essere protagonista o autorelegarsi nel ruolo di mero utilizzatore. E' nel segno della continuità e nel rispetto della volontà dell'Europarlamento, che già nel settembre 2003 aveva ritenuto necessario emendare significativamente il testo originale della Direttiva, che le chiediamo di riconfermare in maniera inequivocabile l'intenzione dell'Italia di discutere approfonditamente un tema così importante per il tessuto economico e sociale, italiano ed europeo, evitando che la direttiva venga approvata senza discussione nel prossimo Consiglio dei Ministri Europei. Dal voto del 18 Maggio infatti non esiste più una maggioranza qualificata a sostegno di essa, dopo le iniziative parlamentari tedesche e olandesi, dopo che il Ministro della Giustizia tedesco Brigitte Zyprie ha dichiarato pubblicamente la proposta di direttiva 'non ottimale', dopo le dichiarazioni preoccupate dei nuovi membri del Consiglio Europeo, tra cui la Polonia, per la fretta con cui si voleva far passare una direttiva così delicata. Persino la Federal Trade Commission si è espressa molto criticamente sull'attuale pratica di brevettazione del software statunitense, con un documento che ne evidenzia rischi e criticità[1]. Le voci contrarie alla brevettabilità del software di due milioni di PMI Europee [2] sono state affiancate in Italia dal Suo autorevole parere, suffragato da studi e ricerche di importanti istituti economici e finanziari che hanno assunto posizioni critiche, come quelle espresse dalla Deutsche Bank [3] e dalla PriceWaterhouseCoopers [4]. In considerazione di quanto sinteticamente riportato, rinnoviamo il nostro appello affinchè Lei ed i suoi esimi colleghi si adoperino, nell'ambito delle proprie possibilità e competenze, affinché l'Italia chieda che la proposta di direttiva venga discussa approfonditamente nel Consiglio dei Ministri Europeo tenendo conto delle opinioni di vari Parlamenti nazionali e che venga rifiutata l'approvazione tacita, qualora compaia all'Ordine del Giorno nelle riunioni del Consiglio di Gennaio e Febbraio 2005. Cordialmente, Stefano Maffulli Presidente sezione italiana FSFE www.italy.fsfeurope.org Riferimenti Web: [1] http://www.ftc.gov/os/2003/10/innovationrpt.pdf [2] http://swpat.ffii.org/ [3] http://www.dbresearch.com/PROD/DBR_INTERNET_EN-PROD/PROD0000000000175949.pdf [4] http://www.ez.nl/content.jsp?objectid=24583
L'appello è stato finora firmato da:
Per essere inclusi nell'elenco dei firmatari è sufficiente mandare una mail a nobrevettisw@fsfeurope.org, indicando i propri dati.